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Una figlia insoddisfatta - 2


di bird2012
31.01.2013    |    81.192    |    4 9.7
"Il mio cazzo era stupendamente dritto e pronto per i suoi doveri..."
Una figlia insoddisfatta

2° Cap.



Il futuro si presentava ricco di incognite: solo una botta e via per far provare a mia figlia i piaceri del sesso? Oppure una relazione duratura e incestuosa con la santa benedizione di mia moglie? E mia moglie, conoscendo i suoi forti appetiti sessuali, avrebbe accettato di essere esclusa dai nostri piaceri?

Ci avrei pensato dopo… ora era il momento di deliziare la fica di mia figlia!
Le allargai le labbra e passai la lingua per tutto lo spacco, dalla vagina al grilletto: saltò come un grillo.

“Aaaahhh! Cazzo santo! Che meraviglia! Dai, papà, leccamela!”

Cominciai a leccargliela, mettendo in pratica tutta la mia esperienza da grande leccatore di fica!
Le feci un servizio di gran classe.
Cominciai dal buchetto del culo: leccate tra le natiche, vellicamento del buchino con la punta della lingua, penetrazione della lingua nella rosellina con conseguente movimento di dentro e fuori.
Genny grugniva come una maialina, l’inculata con la lingua la mandava fuori di testa.

Poi passai alla fica: inserimento profondo della lingua nella vagina con movimento interno, lunghe leccate lungo tutto lo spacco, fino ad arrivare al clito.
Quando cominciai a frullare la lingua intorno al grillo e poi a prenderlo in bocca per succhiarlo avidamente, Genny mi afferrò la testa e la spinse con forza contro la sua fica, mentre urlava il suo godimento.

“Papà, è meraviglioso! Ti prego, non ti fermare, sto impazzendo! Non pensavo sarebbe stato così bello farsela leccare! Non ti fermare, voglio venirti in bocca! Dai, dai, che sto per venire!”

Accelerai i colpi di lingua e per aggiungere piacere a piacere le infilai due dita nella vagina e presi a chiavarla velocemente.
Non poteva resistere al trattamento: urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre sentii riempirmi la bocca del dolce miele della sua fica.

“Siiii!!! Cosììììììì!!!! Godoooo!!! Papààààà!!! Vengooooo!!!”

Mi alzai: era rimasta sdraiata sempre a gambe aperte e mi fissava.

“Papà… con la tua lingua mi hai fatto morire: non ho mai goduto tanto! Che gusto: mi hai leccato anche il culetto!!”

“Ma ancora non abbiamo finito, tesoro: siamo solo all’inizio!”

La sua fica era sempre bella aperta e completamente bagnata dal suo piacere.
Il mio cazzo era stupendamente dritto e pronto per i suoi doveri.
Non le dissi nulla, la fissai negli occhi e le appuntai il cazzo all’ingresso della vagina: rimasi fermo!
Mi sorrise e mi stese le braccia.

“Dai… dammelo tutto… e scopami come Dio comanda!”

Spinsi… e glielo infilai tutto!
Andai sopra il suo corpo e mi circondò con le braccia stringendomi forte a lei.
Mi morse un labbro e mi ficcò le unghie nella schiena.
Avvicinò le labbra al mio orecchio.

“Spingimelo dentro… non muoverti… fammelo godere! La mia vagina se lo vuole gustare! Dio santo! Papà… fammi sentire donna… sfondamela!”

Cominciò a contrarre i muscoli pelvici: sentivo le pareti vaginali strizzarmi il cazzo.
Piano piano cominciai a pomparla: cercai di mettere in pratica tutte le variazioni sul tema!
Colpi lenti e profondi, colpi secchi contro l’utero, veloci dentro e fuori, movimenti rotatori dentro la vagina.
Più la scopavo, più sentivo le sue unghie conficcarsi nella mia carne e i sui denti mordere a sangue le mie labbra: il mio amore stava godendo come non mai!

“Papà, ti prego, non fermarti! Se solo ti rendessi conto cosa mi stai facendo provare! Seguita fin che puoi!”

La scopai ancora un po’, ma avevo un altro dovere da compiere: sfilai lentamente il cazzo dalla fica e lo appuntai sulla rosellina… Genny era all’ultimo cielo!

“Si! Si! Oh, Papà, sei un angelo… completa l’opera: fammi godere anche nel culetto!”

Cominciai a spingere piano: il buchino era stretto, ma ben inumidito dagli umori che colavano dalla fica… e la voglia di prenderlo dietro era tanta.

“Piano… fa piano… ma spingi… sento che entra… Dio, la cappella è entrata! Madonna mia… papà… me lo stai rompendo! Dai… un altro po’! Si… dai, che sta entrando… lo sento… spingi… ecco… siiii! Cazzo santo! Sento le palle! Me lo hai infilato tuttooooo!!! Aaaaahhhh!!!!”

Rimasi fermo. Sentivo le sue unghie sempre più nella carne…

“Papà… papà… ci pensi: mi hai inculato! Come ti sento dentro! Dio, come è bello! Che gusto nel culo: Dio mio, cosa mi sono persa in questi anni!”

Cominciai a muovermi molto lentamente per far abituare il buchino, ma appena sentì che si era ben allargato e il bruciore stava passando, fu lei stessa ad incitarmi.

“Dai, papà… spingi… forte! Sfondamelo… sto godendo! Dio mio… sto godendo più che nella fica! E’ stupendo prenderlo in culo! Dai, fa forte!”

Accontentai il mio tesoro!
Presi ad incularla con vigore… un dentro e fuori che le toglieva il respiro.
La sentivo ansimare sotto i miei colpi e il suo volto era l’emblema della lussuria e del godimento.
La mia piccolina mugolava dal piacere che le stavo procurando e la cosa non poteva che lusingarmi!
Aveva alzato e allargato al massimo le cosce per facilitare la penetrazione nel suo intestino e aveva incollato le sue labbra contro le mie: ogni colpo inferto al suo culetto era accompagnato dalla penetrazione della sua lingua nella mia bocca!
Un dentro e fuori della sua lingua tra le mie labbra perfettamente in sincrono con il dentro e fuori del mio cazzo nel suo intestino.
Decisi di farle provare anche altri piaceri.

“Amore, alzati… cambiamo posizione… mettiti in ginocchio!”

Si alzò e mi guardò: il suo volto era trasfigurato dal piacere e dalla lussuria.

“Papà, vuoi incularmi a pecora, vero? Dio mio, mi stai facendo morire! Dai, rimettimelo dentro… è troppo bello farsi inculare!”

Prese subito la posizione giusta: in ginocchio sul bordo del divano, cosce aperte, culo in fuori, braccia poggiate sulla spalliera del divano.
Le andai dietro, in piedi, con il cazzo giusto all’altezza del culetto.
Le aprii le natiche… mi apparve uno splendido buchetto oscenamente aperto e dilatato… avevo fatto proprio un bel servizio al mio tesoro!
Ci appuntai sopra la cappella e spinsi piano: appena Genny la sentì dentro il buchino, spinse decisamente indietro il culo per impalarsi completamente… si fermò solo quando le sue natiche furono a contatto del mio ventre.
L’afferrai per i fianchi e l’attirai ancora di più contro il mio bacino: le ero entrato completamente nell’intestino!

Girò la testa all’indietro e mi guardò: il suo volto era una maschera di godimento.

“Papà, tienimelo tutto dentro… spingimelo in fondo… non ti muovere, rimani fermo… mi muovo io, me lo voglio sfondare io! Madonna santa… questo cazzo nel culo mi sta mandando fuori di testa! E’ troppo bello… troppo bello! Uhmmm! Adesso si che mi sento donna!!!”

Mentre la tenevo stretta contro il mio ventre, cominciò a dimenare il culo come un’ossessa: a destra, a sinistra, in alto, in basso.
Con questo incessante movimento sentivo il cazzo scandagliarle profondamente l’intestino: il mio angelo si stava aprendo il culetto in maniera magistrale.
Sentivo lo sfintere palpitare e contrarsi ritmicamente contro il mio membro: me lo stava mungendo con una incontrollata libidine.

Era in delirio… non capiva più nulla… scuoteva la testa a destra e sinistra dal godimento che provava.
Seguitò per un po’ a incularsi da sola, poi volle che entrassi in azione io.

“Papà, ti prego, adesso pensaci tu! Sbattimi forte… sto godendo come non mai! E’ meraviglioso sentirti dentro… cerca di resistere più che puoi… fammela godere questa tua meravigliosa verga! Ma ti prego, non venirmi dentro: voglio che tu mi venga in bocca! Voglio concludere nel migliore dei modi questa fantastica giornata: voglio saziarmi dello sperma che mi ha dato la vita! Ti prego, dai: inculami fin che puoi e poi sborrami in bocca!”

Sentii il cuore scoppiarmi nel petto… mia figlia mi stava dando sensazioni sconosciute e indescrivibili!
Posò le braccia e il viso sulla spalliera del divano. Una posizione molto comoda per farsi sfondare.

“Si, amore, terminiamo l’opera: ho sempre ammirato e desiderato il tuo splendido culetto ed ora me lo voglio godere finché posso! Tesoro di papà, con il mio cazzo sprofondato nel tuo intestino ti sento mia, completamente mia, mi sento il padrone incontrastato del suo adorabile culetto!”

“Si… si… Dio santo! Papà, che tu sia benedetto! Anche io mi sento tua, mi sono sempre sentita tua, da quando ho la capacità di intendere e volere! E ora che mi hai sfondato dietro mi sento ancora più tua! Papà, ci pensi: tua figlia ti ha dato il culo! Goditelo… è tuo… solo tuo… completamente tuo!”

L’afferrai per i fianchi e cominciai ad affondare dentro quel culetto da favola!
Cominciai a muovere il bacino avanti e indietro lentamente: il suo buchetto si era perfettamente adeguato e, ormai completamente dilatato, mi permetteva di affondare con facilità dentro l’intestino e mi accoglieva splendidamente e senza più alcuna sofferenza.

Ad ogni affondo Genny rispondeva arcuando i reni per venire incontro al membro che la penetrava ed emetteva un gemito soffuso di godimento pregandomi di non fermarmi.

“Mi piace! Mi piace! Seguita… papà, ti prego… non venire… non ti fermare… seguita ad affondare nel mio corpo… quando me lo spingi tutto dentro sento un piacere immenso…! Dai, papà… spingi forte e a fondo… fammelo sentireeeeeo!!! Ti pregooo!!!

Genny sembrava in trance: ad occhi chiusi ansimava, gemeva, dimenava i fianchi, tutti segnali inconfondibili del piacere che provava in quel primo, inaspettato, ma sempre desiderato, rapporto anale: certamente un’ora prima non avrebbe mai immaginato di farsi impalare il culetto dall’uccello di suo padre!

Ormai era completamente scatenata, alla ricerca di quel piacere che fino a quel momento le era stato negato.
I suoi lamenti di piacere e i suoi incitamenti mi stavano mandando fuori di testa: non capita tutti i giorni sentire tua figlia implorarti di sfondarle il culetto!
Ed io cercavo di soddisfare nel migliore dei modi le sue oscene richieste: affondavo l’uccello nel suo intestino alternando colpi lenti e veloci, spinte delicate e violente per darle sempre più piacere.

Dopo un po’ fu lei a chiedermi di cambiare posizione: ormai cercava il piacere senza più alcun pudore!

“Papà, sdraiati… voglio venirti sopra e impalarmi da sola… a spegni candela! Dio, quanto mi stai facendo godere! Scusa la volgarità, ma questa mia prima inculata me la voglio godere con tutti i crismi!”

Aumentò il tono della voce sulla parola “prima”… certamente ne aspettava altre!
Mi misi sul divano con il bacino abbastanza sceso sul bordo: il cazzo, duro all’inverosimile, svettava verticale dal ventre.
Genny salì sul divano, con i piedi poggiati ai lati del mio bacino, posò le mani sulla spalliera del divano e si piegò sulle ginocchia fino a portare la rosellina a contatto della cappella.
Mi fissò con uno sguardo colmo di libidine che ben conoscevo: lo sguardo di una donna desiderosa di cazzo!

“Papà, appuntamelo bene… che me lo infilo!”

Era davanti a me, completamente scosciata, con le gambe divaricate al massimo: vedevo gocce di piacere colare dalla sua passera deliziosamente aperta!
Impugnai l’uccello e ci passai la cappella sopra per ungerla bene, ma Genny, pensando volessi scoparla, mi redarguì dolcemente.

“No, papà, ti prego… nella fica è bello… ma appuntamelo dietro… nel culo è meraviglioso!”

Con una mano divaricai un po’ le sue natiche , mentre con l’altra le appuntai il glande contro il buchino: spinse leggermente il sedere e sentii la cappella entrarle dentro.
Si fermò.
Ammirai il cazzo dritto con solo la cappella dentro: una immagine sconvolgente!

“Papà, guarda come me lo infilo… guardami!”

Cominciò a scendere con il bacino lentamente, molto lentamente: piano piano, centimetro dopo centimetro, l’uccello iniziò ad entrarle dentro.
Il volto di Genny era l’immagine del godimento.

“Dio santo, papà! Me lo hai allargato proprio bene! Uhmm! Mi entra dentro che è una meraviglia… guarda… guarda come entra bene… tutto merito tuo! Uhmmm! Sei stato proprio bravo, papà… proprio bravo!”

Avevo gli occhi fuori dalle orbite: ammiravo, al colmo dell’eccitazione, la verga sprofondare lentamente, ma completamente, nel culetto di mia figlia.
Quando le sue natiche furono a contatto del mio ventre, il mio angelo esternò tutto il suo godimento.

“Aaaaaahhhhh! Tutto… papà… tutto… mi è entrato tutto! Dio… me lo sento nello stomaco!”

Per un po’ rimase ferma, seduta sul mio ventre: se lo voleva godere bene infilato tutto dentro!
Poi prese a muovere il bacino: avanti, indietro, a destra, a sinistra, in senso rotatorio… voleva sentire il cazzo scandagliarle bene l’intestino.
Sempre con l’uccello profondamente in corpo, piegò il busto in avanti, mi abbracciò e mi baciò in bocca: interminabili brividi di piacere percorsero il mio corpo… limonare lingua in bocca con il cazzo piantato nel culo… da impazzire!
Si staccò dall’abbraccio.

“Papà… adesso mi inculo! Guarda come entra e esce… ti prego… guarda che meraviglia!”

Si sollevò. Reggendosi con le mani alla spalliera, aprì a dismisura le cosce per farmi ammirare il dentro e fuori del mio uccello dal suo corpo.
Genny cominciò un saliscendi da paura: sollevava il bacino fino a rimanere con la cappella dentro e poi riscendeva e si impalava… su e giù… dentro e fuori.
Quell’auto inculata la stava portando al parossismo… ansimava forte e gemeva.

“Dio… che meraviglia… come entra… come entra… me lo sento… si… me lo sento!”

Decisi di collaborare al suo piacere: la fica completamente aperta assisteva impotente… non potevo lasciarla soffrire.
Allungai una mano e cominciai a stuzzicarle il grilletto… urlò!

“Si… cazzo… così è ancora più bello! Sgrillettami mentre mi scopo dietro… fammi venire… fammi venire!”

Lei accelerò il dentro e fuori, io imprigionai il clito tra le dita e cominciai a strizzarlo a morte.
Genny era fuori di se.

“Dai… dai… papà… dai… cazzooooo!!! Nooooo!!!! Vengoooo!!! Con il cazzo nel culooo!!! Aaaahhhh!!!!!”

Si impalò completamente e mi abbracciò.

“Grazie, papà! Che meraviglia… che meraviglia! Grazie…”

Rimanemmo un po’ abbracciati, mentre lei seguitava a riempire il mio viso di baci e a contrarre il suo buchino intorno al mio uccello: dolci e sensuali manifestazioni per dimostrarmi la sua riconoscenza per il piacere provato.

Dopo un po’ ci staccammo e andammo in bagno a rinfrescare le nostre intimità: sentivo l’uccello scoppiare e già pregustavo la bocca di Genny.
Tornammo in salotto abbracciati come due innamorati e no certamente come padre e figlia.
Genny non smetteva di togliermi gli occhi da dosso: mi guardava con uno sguardo sognante… vedeva in me il maschio che l’aveva iniziata, benchè 25enne e sposata, ai veri piaceri del sesso.

Aveva gustato la mia bocca sulla sua fica e il perverso piacere di sentirsi impalare il sederino: per completare l’opera nel migliore dei modi non le rimaneva che gustare, assaporare e saziarsi con l’essenza che le aveva dato la vita!

Mi adagiai sul divano, a gambe larghe, e lei, con il sorriso che mi dava i brividi, si inginocchiò davanti a me e lo impugnò con entrambe le mani.
Le presi la testa con le mani, attirai il suo volto contro il mio e la baciai con passione, infilandole tutta la lingua in bocca: la stretta delle sue mani intorno al mio uccello fu la prova di quanto la mia porcellina gradisse quella dolce intrusione tra le labbra.
Ci slinguammo un po’, mentre lei accarezzava libidinosamente la mia verga, che aveva ripreso tutto il suo vigore.
Poi mi staccai e le sussurrai:

“Angelo mio… tu hai un gran desiderio di prenderlo in bocca… ed io quello di gustare le tue labbra: vieni, tesoro… ti sto aspettando!”

“Uhm! Grazie, papà! E’ la prima volta… vediamo cosa ho imparato dai video porno!”

Cominciò a strofinarselo sul viso: tenendolo ben stretto nel pugno, alternava bacetti e leccate sulla cappella a strofinate sulle gote, sulle labbra, sugli occhi, sulla fronte.
Poi cominciò a lavorarsi il seno: riempiva la cappella di saliva e poi la strofinava sopra tutte le tette e sopra i capezzoli, che ad ogni sfregamento diventavano più irti e duri.
Questa dolce e libidinosa manipolazione cazzo-seno stava eccitando Genny oltre misura… la porcellina cominciò a gemere… e a rivolgersi all’uccello.

“Cazzo mio adorato, mi hai fatto tanto godere… sei un angelo di cazzo… spero che dopo avermi sedotta non mi abbandonerai! Abbiamo ancora tante cose da dirci: oggi ti faccio godere in bocca, voglio gustare il sapore dei tuoi sprizzi d’amore… ma anche la mia passera, e il mio culetto, vogliono essere inondati dal tuo seme! Devi soddisfare anche i loro bisogni… e allora dovremo incontrarci ancora! Dio, quanto sei duro, cazzo mio adorato… fa godere anche i mie seni… baciali… e goditi il loro calduccio!”

Se lo mise in mezzo ai seni, con entrambe le mani gli strinse le mammelle intorno e cominciò un libidinoso movimento di su e già.

“Dio, papà… che dolce piacere sentirlo così duro e caldo in mezzo ai seni! Ti sto facendo una spagnola, vero papà? L’ho vista nei video… lo so che se seguito a segarti con il seno ti faccio schizzare… ma io ti voglio in bocca! Ti voglio gustare in bocca!”

Dopo un po’ abbandonò la spagnola e si gettò letteralmente sul cazzo.
Cominciò a lavorarlo in maniera divina: la mia piccola aveva assimilato perfettamente le tecniche per deliziare un uomo con la bocca.
Leccava e succhiava le palle, leccava l’asta mentre mi accarezzava il buchino, imboccava la cappella e la succhiava voracemente, mentre segava l’asta.
Poi lo imboccava completamente, fino a farselo arrivare fino in gola: per essere la prima volta il mio tesoro aveva proprio una gola profonda.
Poi posava le mani sopra le mie cosce e pompava su e giù senza mani in maniera deliziosa: ogni tanto sfilava il cazzo per prendere fiato e esternare il suo godimento.

“Cazzo, che gusto a prenderlo in bocca, sentirlo duro e caldo… Dio, che sensazione meravigliosa! Ora capisco perché alle femminucce piace tanto spompinare!”

E riprendeva a pompare, leccare, succhiare.
Poi cominciò a giocare con le palle: mentre una mano mi segava lentamente l’asta e l’altra mi accarezzava e stuzzicava il buchino, la bocca si spostò sulle palle e iniziò una leccata e succhiata da urlo.
Le leccava con la lingua piatta, ricoprendole di saliva, poi le picchiettava con la punta e poi, delizia delle delizie, le imboccava, una per volta e alternativamente, per succhiarle con un misto di libidine e passione.
Sentivo la mano tra le natiche sempre più a contatto del mio buchino… avevo sempre gradito certe manipolazioni.
Sentii la punta del dito posarsi all’ingresso della mia rosellina.
Genny alzò il viso e mi guardò.

“Papà… posso? Ho visto che molte donne lo fanno al loro uomo, che sembra gradire molto! Ma se tu non vuoi lo tolgo…”

Ma sentivo il dito stuzzicarmi sempre di più… ero certo, guardando il suo viso, quanto desiderasse ficcarmelo!

“A te piacerebbe mettermelo dentro? Sinceramente, tesoro…”

Sentii la punta del dito entrarmi delicatamente.

“Si… mi piacerebbe molto… mi eccita ficcarti un dito mentre ti succhio…”

“Allora, tesoro, infilamelo tutto… anche a me piace molto sentirmi un dito dietro mentre me lo succhiano!”

Sentii il dito cominciare ad entrare lentamente… mentre lei seguitava a fissarmi.

”Anche mamma te lo fa?”

“Si… anche a lei piace molto… se la cosa può interessarti lei prima me lo lecca e quando è ben aperto me ne infila due… e mi incula mentre le vengo in bocca! Ti avverto che con il dito dentro faccio colossali sborrate!”

La sentii fremere.

“Cazzo… questo si che è godere! Siete stupendi! Papà, non devi farti scrupoli… basta chiedere… e ti sarà dato… e sarà un vero piacere farmi riempire la bocca del tuo sperma… più me ne darai e meglio sarà!”

Tolse il dito e incollò subito la bocca contro il buchino e fece saettare la lingua… ebbi un brivido e le spinsi il culetto contro le labbra.

“Brava… brava Genny… leccamelo… mi piace tanto… ho il buchino molto sensibile… mi piace farmelo leccare!”

Il mio angelo me lo leccò a lungo, con grande mio piacere, poi ci appuntò due dita e cominciò a penetrarmi.

“Papà, dimmi se ti fa male… che mi fermo…”

“No, amore di papà… ficcamele bene in fondo, che sono abituato… e succhiami il cazzo… non ce la faccio più… fammi venire… e poi queste dita mi stanno stimolando la sborrata… dai amore… dai!”

Spinse tutte le dita nel culo, imboccò la cappella e cominciò a succhiare voracemente, come una sanguisuga… con le dita che cominciarono uno splendido dentro e fuori nel culo!
Il mio angelo imparava presto… ed io ero arrivato al limite.

“Genny, amore di papà… dai, che sto per venire… succhiami forte che ti vengo in bocca! Fai attenzione che sarà una grande sborrata… ho accumulato lo sperma da quando sono entrato e ti ho guardato! Dai… dai… ti prego… succhiaaa… muovi forte le ditaaa… che sborro di piùùùùùùùù!!!! Siiiiiiiiiii…. Vengoooooo… Nooooo!!! Ti schizzo la vita nella boccaaaaaaa!!!”

Serrò le labbra intorno alla cappella e spinse forte le dita nel culo.
Cominciai a schizzare l’anima… e lei cominciò ad ingoiare con insospettata maestria.
Non finivo mai di schizzare… e lei ingoiava tutto… senza perdere nulla… ma volevo finire in bellezza… un po’ anche per me!

“Genny… un po’ tienila in bocca… e poi baciami!”

Sempre con la bocca incollata intorno alla cappella mi guardò… gli occhi le brillavano… non si aspettava una proposta così indecente… ma era evidente quanto l’apprezzasse.
Strinse il cazzo per tutta la sua lunghezza per strizzare nella sua bocca fino alle ultime gocce… poi mi si gettò addosso e mi abbracciò… mentre pose le sue labbra sopra le mie e mi fece colare in bocca la sborra trattenuta.

Non so quanto rimanemmo a slinguarci e a scambiarci la sborra: la mia deliziosa porcellina non voleva staccarsi dalla mia bocca… il gioco dello scambio dello sperma forse le era sconosciuto, ma ora che lo stava gustando ne era rimasta piacevolmente sconvolta!
Le piaceva giocare con lo sperma… Dio quanto le piaceva!

Giacemmo abbracciati, sfiniti dal piacere.
La sua mano era sempre sopra il mio uccello… ad accarezzarlo… segarlo… coccolarlo.
Il mio complimento uscì spontaneo dalla mia bocca.

“Tesoro di papà… tu non mi hai solo succhiato il cazzo… mi hai succhiato l’anima!”

Mi guardò con una espressione che era l’immagine della felicità.
Mi strinse forte l’uccello e mi baciò in bocca con passione, poi sussurrò sopra le mie labbra:

“Papà… con questo cazzo oggi mi hai messo al mondo per la seconda volta!”

Le sue parole mi fecero rabbrividire… e la strinsi forte a me.
Rimanemmo abbracciati, in silenzio.
Nella mente mi passavano mille pensieri contrastanti.
Innanzi tutto dovetti riconoscere che mia moglie aveva ragione: aveva capito perfettamente che mia figlia mi si voleva fare… e ci era riuscita perfettamente
Fare sesso con lei era stato piacevolissimo e i suoi apprezzamenti sulla mia prestazione ovviamente mi inorgoglivano, ma era mia figlia.

Per cercare di attenuare le mie responsabilità pensai che era maggiorenne, che era stata lei a offrirsi, che non c’era stata né violenza né costrizione… ma era sempre mia figlia.
Stavo pensando a cosa ci avrebbe riservato il domani, quando Genny ruppe improvvisamente il silenzio.

“Lo dirai a mamma?”

“Si, tesoro! Dovresti aver capito quanto ci amiamo io e mamma e che splendido rapporto abbiamo instaurato: non ci siamo mai nascosti niente, specialmente in campo sessuale. Pensi le nasconderei di noi due?”

“Era quello che mi aspettavo mi dicessi: è giusto che tu non glielo nasconda… mamma non si meriterebbe mai una cosa del genere! Mi amate entrambi ed entrambi volete la mia felicità: siete due genitori stupendi… vi adoro!”

Prese il telefono, compose un numero e mise il viva voce.

“Pronto…”

Riconobbi la voce di mia moglie. Guardai Genny con sguardo interrogativo, ma lei mi sorrise e mi lanciò un bacetto, mentre allungava la mano per impugnare nuovamente il mio uccello.

“Mamma, sono Genny…”

“Tesoro mio… aspettavo con ansia la tua telefonata… è ancora lì?”

“Si, è vicino a me… mi ha confessato che te lo avrebbe detto, perché vi amate e non vi siete mai nascosti niente! Allora ho deciso di telefonarti e dirtelo io…”

“Dio santo… siete vicini… siete abbracciati?”

“Di più… glielo ho preso nuovamente in mano… dopo l’abbondante venuta nella bocca sta riprendendo vigore…!”

“Cazzo… mi stai facendo eccitare! Ma dimmi come è andata…”

“Mamma, è andata proprio come mi avevi detto: mi ha fatto impazzire! E’ stata l’ora di sesso più bella della mia vita! Mi ha fatto sentire finalmente donna e porca, come ho sempre sognato di essere e di questo devo essertene riconoscente: è tutto merito tuo! Il tuo consiglio di provare a sedurre papà per provare finalmente i piaceri del sesso mi ha ridato la vita, senza considerare che così mi sento anche meno in colpa nei confronti di mio marito: i miei problemi li ho risolti con la mia famiglia, tra le vostre braccia!”

Questa ultima frase fu seguita da una stretta al mio uccello.
Ma avevo capito bene? Tra le “vostre” braccia?
Avevo capito bene.

“Genny, amore di mamma, sono felice che oltre la mia lingua e la mia fica, hai potuto gustare anche il cazzo di papà! Ora ci hai assaggiato entrambi: spero la cosa sia stata di tuo gradimento!”

Genny aveva accelerato il ritmo della sega.
Il pensiero che mia moglie e mia figlia avessero lesbicato mi stava eccitando oltre modo: me le stavo immaginando avvinghiate in un osceno e incestuoso 69.

“Mamma, la cosa sarebbe di maggiore gradimento se potessi godervi insieme: la tua lingua mi ha leccato in maniera magistrale, papà mi ha inculato da Dio… pensa cosa potrei provare se papà mi inculasse mentre tu mi lecchi… credo impazzirei!”

Ora ero io che stavo impazzendo pensando a cosa avremmo potuto fare tutti e tre insieme!
Spinsi convulsamente il ventre contro la mano di mia figlia: Genny capì.

“Mamma, sto segando papà e credo stia per venire… forse il pensiero che ci siamo leccate le fiche lo ha molto eccitato… che ne dici di invitarlo quando lo rifaremo?”

“Certamente, tesoro… digli che sarà il benvenuto!”

Genny con la mano destra aumentò il ritmo della sega… mi stava scoppiando il cazzo… lasciò il telefono e mise la sinistra, chiudendola leggermente a forma di coppetta, davanti alla cappella.

“Hai sentito cosa ha detto mamma? Sarai il benvenuto tra le nostre fiche! Dio santo… non vedo l’ora! Godere in mezzo a voi due… con mia madre e mio padre! Vi adoro… mi state ridando la vita! Ma adesso voglio che mi sborri in mano: mi hai fatto provare un piacere sconosciuto a cui non intendo più rinunciare… il piacere di gustare lo sperma! E’ stato meraviglioso sentirmi in bocca quella crema densa, calda, da un sapore particolare, ma decisamente libidinoso e afrodisiaco, pasteggiarla con la lingua, gustarla con il palato e poi sentirla scendere in gola per saziarmi! E quando l’ho gustata insieme a te, con le tue labbra incollate alle mie, riversandocela da una bocca all’altra, mi è sembrato di toccare il paradiso! Ho conosciuto un piacere perverso, osceno, volgare… il piacere di sentirmi porca! Dai… sborrami in mano… che ti voglio gustare ancora!”

Sentii lo sperma partire dalle palle e percorrere velocemente lungo l’asta.

“Eccomi… tesoro di papà… svelta che sto venendo… angelo mioooo!!! Vengooo!!!”

Genny avvicinò la cappella al palmo della sua mano chiusa a cucchiaio… dall’uccello uscirono copiosi schizzi di sborra… in un attimo il palmo ne fu completamente ricoperto.
Il mio angelo fissava la sua mano con uno sguardo colmo di libidine.

“Dio santo… che meraviglia! Guarda, papà, la mia mano piena della tua sborra! Madonnina santa… che gusto sentirmela in mano!”

Portò la mano alla bocca e ci fece colare dentro tutto il nettare… ad occhi chiusi lo tenne un po’ in bocca per gustarselo pienamente… poi lo ingoiò.
Aprì gli occhi e fissandomi sorridendo prese a leccare prima tutto il palmo e poi a succhiare ogni singolo dito per pulire completamente la mano dagli ultimi residui di sborra.

Ricambiavo il suo sguardo, eccitato, ammirato ed orgoglioso: era una deliziosa porcellina come i suoi genitori.

Riprese la cornetta del telefono.

“Mamma, hai sentito? L’ho fatto venire in mano e poi ho ingoiato tutto! Ho voglia di voi, quando possiamo vederci tutti e tre? Il sapore dello sperma mi sta mandando fuori di testa: voglio leccarti la fica dopo che papà ti è venuto dentro… con una leccata sentirei entrambi i vostri sapori!”

Mentre le mie adorate puttane prendevano accordi per dare libero sfogo ai loro più inconfessabili desideri guardai Genny: splendida nella sua nudità, feci scorrere lo sguardo lungo tutto il suo corpo.
La sua bocca, ancora leggermente sporca della sborra che avevamo condiviso insieme, il suo seno, di cui ancora sentivo il calore, la fica, che aveva goduto della mia lingua, e il suo inuguagliabile culetto, che avevo deflorato con reciproco immenso godimento.

Era stato stupendo godere pienamente di tutto il suo corpo… ed era solo l’inizio di un meraviglioso rapporto incestuoso a tre… madre-padre-figlia!
Mi venne da ridere e dovetti ricredermi: a me e alla mia deliziosa mogliettina non è che ci dispiacesse poi molto avere una figlia insoddisfatta del proprio marito!!!!!!
Che dire: ci saremmo piacevolmente sacrificati per darle piacere… ovviamente per il bene della sua famiglia!

Ringrazio i miei affezionati lettori per i complimenti: è il giusto sprone per seguitare a scrivere. Un abbraccio.
Sono molto graditi commenti, proposte e ovviamente critiche per migliorare i racconti. Attendo anche scambi di opinioni sul genere. Vi attendo alla mia e-mail [email protected]

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